Sono stata alla larga da questo nostro “We think”, un po’ casualmente, a raccattare in giro impegni ed intoppi come panni sporchi, un po’ volontariamente, a meditare sull’agire di noi bloggers. Ma su queste riflessioni spendero’ altre parole, in altri luoghi.
Sono in attesa del ByHand di Torino, che in questa occasione (dal 18 al 20 maggio) mi pare voler spiegar particolarmente le vele, ospitando moltissimi designers degni della massima attenzione (serenapolettoghella, Elena Massari, Sara Turatello di Les Envers, Giulia Boccafogli, la Zia Epi, La Tilde, The Velvet Room, Formalibera…per citarne alcuni).
Fra tutte queste delizie, anche le borse di Alice Calamita, che presentera’ una collezione estiva veramente ricca, bella, riuscita.
Ogni tanto mi viengono in mente le lunghe dissertazioni televisive del Celentanonazionale. Puo’ piacere o meno, Adriano. Per quanto mi riguarda, non mi entusiasma particolarmente, ma trovai fantasticamente e sinteticamente efficace il suo “rock-pensiero”, il suo dividere fatti, persone e concetti in “rock” e “non-rock”. Poche cose rendono l’idea, specialmente se adori i Creedance Clearwater Revival. Ecco, Alice Calamita e’ designer tranquilla, silente, non conosce arroganza ne’ pretese: solo modestia e gentilezza. Ma e’ massimamente rock.
Vedete come riesce a conciliare pelli morbide, forme confortevoli e tagli rassicuranti con dettagli glamour, preziosi, a sorpresa, che strizzano l’occhio alla nostra vanita’ piu’ modaiola…Non vi prudono le mani?
Avevo gia’ intenzione di mostrarvi queste ciliegie succose. Poi ho scoperto che Alice Calamita avrebbe partecipato al ByHand, e sono stata sinceramente felice di poterla incontrare di persona, e di poter maneggiare ed avidamente toccacciare queste meraviglie.
Ho 37 anni, non ho ancora trovato la mia borsaperfettadelcuore.
La caccia e’ aperta.
Alice Calamita Website
ByHand Website
Da abbinare con: l’ascolto di “Fortunate Son”, una passeggiata in una soleggiata Torino, il gustarsi un “Bicerin”, ed il dimenticarsi la prova costume. Le borse sono massimamente democratiche. Urra’.